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Istituto Istruzione Superiore "P. Mazzone" > Fattoria della Piana

L’energia è alla base della società moderna. Essa permette lo sviluppo di infrastrutture, tecnologie, sistemi di comunicazione e in generale di ogni settore della vita quotidiana.
Sfortunatamente, nel ventesimo secolo, per sostenere la richiesta sempre maggiore di energia, l’uomo ha sempre usato combustibili come il carbone, il petrolio .
Questo tipo di materiali ha un impatto ecologico negativo sull’ambiente poiché la combustione di materiali fossili rilascia nell’atmosfera elevate concentrazioni di Anidride carbonica (CO2) non riassorbibile dalla natura che provocano l’effetto serra.
Il problema era tale da far muovere grandi associazioni internazionali fino a coinvolgere le coscienze dei più potenti stati del pianeta, permettendo così lo studio di sistemi alternativi per la produzione di energia sempre più ecologiche quali pannelli solari, turbine eoliche o idrauliche e molti altri sono in fase di studio.
Tra queste fonti troviamo lo sfruttamento delle biomasse.

Lo studio delle biomasse non è nuovo, già nei primi anni del ‘900 veniva più volte presentato come fonte di energia ma solo sul finire del decennio scorso con le normative europee poteva essere classificato come:
“la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Il concetto è semplice: la CO2 assorbita dalla biomassa viene rilasciata dalla sua combustione dunque vi è un bilanciamento chimico assorbimento-rilascio.
Meno semplice è creare sistemi in grado di mettere in pratica questa tecnologia.
Tra coloro che hanno accettato questa sfida vi è l’impianto di produzione di biomassa dell’azienda LA FATTORIA DELA PIANA (Candidoni RC), un’azienda nata nel 1936 e che ad oggi vede nella biomassa un processo per chiudere il cerchio delle attività agroalimentare.
Con il corso serale dell’Istituto IIS MAZZONE di Roccella Ionica (RC), abbiamo potuto visitare da vicino l’intero processo che, dalla raccolta delle materie prime passando alla loro trasformazione in prodotti tipici di altissima qualità riesce a sfruttare i cosiddetti “scarti di lavorazione” per poterli utilizzare in una moderna centrale a biogas costituita da due impianti che generano una potenza di circa due Megawatt, la quale si aggiunge a quella dei pannelli solari, posizionati sulle stalle, permettendo all’azienda di avere energia in esubero da immettere nella rete pubblica con evidenti benefici economici e ambientali.
Visitando i settori di produzione dell’azienda la guida ha illustrato come sia possibile creare un connubio perfetto tra natura e tecnologia.
Gli studenti dunque sono partiti dal visitare la produzione di prodotti tipici quali mozzarelle e latticini vari oltre a diverse categorie di prodotti agroalimentari, constatando di persona la quantità di manodopera, il tipo di allevamento, le varie categorie di animali che permettono l’esistenza di una fattoria , le strutture necessarie al fine di ottenere un pregiato lavoro artigianale.
Dopo aver osservato la produzione principale, gli studenti hanno potuto vedere il deposito degli “scarti”; a quest’ultimi è stato illustrato il tipo di materiali e come questi siano ben lungi dell’essere trattati come rifiuti.
L’azienda è specializzata proprio in questo settore e dunque la classe è stata invitata a proseguire il tour per toccare da vicino le tecnologie che vedono al futuro: LA CENTRALE DI PRODUZIONE BIOGAS.
L’esperta guida ha spiegato come in questo impianto gli “scarti” dell’industria agroalimentare e zootecnica come letame e liquame dalle stalle, il siero (che gli alunni hanno visto essere prodotto dal caseificio) vengono fermentati trattandoli con sistemi di miscelazione e riscaldamento con un processo anaerobico (ossia in assenza di ossigeno) producendo biogas il quale contiene il 55% di metano.
Il combustibile così prodotto viene bruciato da un cogeneratore che permette di generare corrente elettrica e riscaldamento .
L’azienda stima che 2680 famiglie possono beneficiare di questa energia elettrica mentre il calore generato viene sfruttato direttamente dal caseificio per la produzione dei prodotti tipici, con ovvi benefici.
Attraverso il processo di fermentazione e la combustione del biogas, dunque, tutti gli scarti agricoli vengono trasformati in un’importante fonte energetica, mentre i resti della fermentazione diventano concime organico per le coltivazioni di foraggi, che alimenteranno poi gli allevamenti.
La Fattoria della Piana diventa così un vero e proprio ecosistema autosufficiente, capace di produrre energia dagli scarti dell’industria agroalimentare e zootecnica, e di fornire una opportunità di smaltimento e di valorizzazione di biomasse che da rifiuto possono diventare risorsa e ricchezza per la nostra terra.
La centrale è in grado di valorizzare gli scarti provenienti da:

  • 20000 capi avicoli (letame)
  • 1000 capi bovini (letame e siero di latte bovino)
  • 20000 capi ovini (siero di latte ovino)
  • 700 ettari di agrumeti (pastazzo, scarto della lavorazione)
  • 1000 ettari di piante d’olivo (sansa)
  • serre ortofrutticole (scarti di verdura)
  • viticoltura (vinaccia esausta)

Dopo gli approfondimenti in cui non sono mancate domande e curiosità la classe ha potuto “gustare quanto appreso” a tavola dove il caseificio ha servito le specialità permettendo agli studenti di trovarsi in un ambiente di scambio ideologico rilassante e di grande piacere.

 



Con questa visita guidata l’Istituto IIS Mazzone ha voluto portare sul campo gli studenti, permettendo loro di uscire da un sistema chiuso in cui i concetti sono teorici, comprendendo quanto sia importante presentare la scuola come un punto di partenza verso il lavoro.
Dunque gli alunni hanno preso coscienza di vari aspetti quali il rispetto per l’ambiente, il lavoro e l’importanza della produzione tipica ed artigianale imparando al contempo nuove tecnologie e sistemi di sviluppo .
Inoltre ciò ha permesso loro di comprendere una parte del territorio che non si conosceva o che viene poco pubblicizzata: la Calabria.

La propria regione può e deve dare nuove speranze di lavoro e un futuro alle nuove generazioni ed è importante che gli Istituti scolastici siano in prima linea nel portare avanti questi concetti bio.


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